IL FUTURO (SOSTENIBILE) DELL’ALIMENTAZIONE È DONNA
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IL FUTURO (SOSTENIBILE) DELL’ALIMENTAZIONE È DONNA

Nell’antica mitologia greca è la figura di Demetra, dea della natura, della fertilità, del grano e dei raccolti ad

attribuire alla figura femminile la responsabilità dello sviluppo delle coltivazioni e di tutte le abilità agrarie. Anche se ben prima che scegliessero l’Olimpo come loro dimora, fin dagli albori della storia dell’umanità, le donne-raccoglitrici, hanno avuto un ruolo predominante in quell’innovazione agricola che, fino a oggi, nutre gran parte del mondo. Si tratta di una nuova agricoltura che ha fatto molto più che sfamare le persone: ha cambiato le basi della società umana perché le coltivazioni hanno potuto essere prodotte e immagazzinate nello stesso luogo ed essere disponibili tutto l’anno. Ciò consentì la formazione di quegli insediamenti permanenti e non più nomadi, che precedettero la crescita delle civiltà. Nei secoli il ruolo delle donne dispensatrici di cibo in quanto nutrici dei propri figli, cambiò radicalmente. Le più umili divennero guaritrici o streghe-avvelenatrici condannate al rogo per la loro capacità di riconoscere e usare le erbe, piuttosto che semplici aiutanti in cucina mentre i manoscritti con le loro ricette venivano scippati dagli uomini, che si facevano sempre più spazio nel mondo dei fuochi domestici per imbandire tavole principesche e arrivare infine alla prestigiosa posizione di “chef”.

Quando iniziò a emergere la classe media, nella seconda metà del 1800, le donne divennero angeli del focolare, in realtà relegate all’interno dei confini familiari per mantenersi pure e innocenti mentre gli uomini si allontanavano per svolgere fuori casa le nuove professioni. Ma, pur obbligate nelle loro dimore, le donne fanno della creatività un esercizio quotidiano, inventandosi piatti graditi a mariti buongustai o figli schizzinosi, a mettere d’accordo gusti disparati, a gestire budget domestici. Tutte le cucine di sopravvivenza, da quelle dei periodi di guerra a quelle delle recessioni economiche, sono state straordinarie palestre di inventive femminili. Cosi, per rispondere alla domanda di Germanie Greer, una delle voci più potenti del femminismo del XX secolo, “può la cucina farsi atto politico?”, la risposta è sì, la cucina si è fatta atto politico.

Fin da quando abbiamo visto le prime donne diventare imprenditrici nel settore alimentare, quando abbiamo visto Margaret Knight inventare nel 1870 la prima borsa della spesa, Rose Totino co-fondare nel 1951 la prima azienda di pizza surgelata, Sharon Jester ottenere, nel 1987, il brevetto per il primo tostapane senza leva. Si è fatta atto politico nel momento i cui questo spirito imprenditoriale sta ancora determinando un forte impatto e le donne continuano ad assumere ruoli di primo piano come innovatrici di successo nel settore alimentare. Jennifer Stojkovic, fondatrice del Vegan Women Summit, ha scritto nel 2022 “Il futuro del cibo è femminile – Reinventare il sistema alimentare per salvare il pianeta”. Si dice che il libro sia il primo a evidenziare il ruolo delle donne Ceo, venture capitalist, scienziate e imprenditrici nel settore della tecnologia alimentare. 

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